lunedì 31 gennaio 2011

Audi A1


3954 mm di lunghezza, esattamentre tra una MITO e una MINI, ecco la piccola di casa Audi, la A1.
Muso aggressivo con l'ampia calandra e coda schiacciata dove spiccano i gruppi ottici a led, linea giovane e sportiva ma per averla bisogna staccare un assegno di circa 23.000 euro.
L'A1 offre un buon compromesso tra ingombri esterni ed abitabilità quindi chi siede avanti non ha particolari problemi grazie anche all'accurata possibilità di regolazione dei sedili.
Qualche problema in più offre il divanetto posteriore che è omologato per due persone, non si hanno particolari problemi per le gambe ma per la forma del padiglione ci saranno dei problemi per chi arriva o supera il metro e ottanta di altezza.


Il bagagliaio offre una capienza di 270 litri, in linea con la MITO e nettamente superiore a quello della MINI (160 litri).
La qualità a borto è notevole, le plastiche, le rifiniture, gli assemblaggi non hanno nulla da invidiare alle Audi più grandi. L’impressione è quella di un’auto di sostanza e lo capisci dalla cura di tanti piccoli dettagli, come la consistenza dei comandi (alzacristalli, devioluci, freno a mano ecc.), la plafoniere a LED (optional), la morbidezza dei rivestimenti in pelle o tessuto.
Per accessoriare l'A1 innanzitutto dovete scegliere l’allestimento Ambition, che monta già di serie i cerchi in lega da 16 pollici, abbinati all’assetto sportivo e a varie rifiniture cromate, nonchè varie dotazioni funzionali utili come il computer di bordo, il supporto lombare dei sedili (sportivi). Quindi dovete sbizzarrirvi fra i pacchetti di accessori disponibili che possono includere rivestimenti e rifiniture più o meno colorate (a cominciare dalla bocchette dell’aria condizionata), modelli di autoradio più o meno “hi-fi” (il top è griffato Bose), due livelli di sistema di navigatore satellitare (quello più costoso è il sistema MMI, lo stesso montato dall’Audi A8). Molto “importanti” per la resa estetica della carrozzeria sono i fari a LED che sono optional sempre e comunque (quelli frontali sono abbinati ai fari allo Xenon) e i cerchi in lega che spaziano dai 15 ai 17 pollici, con vari disegni. Il non plus ultra in fatto di personalizzazione sportiva è dato dall’ormai immancabile pacchetto S-Line, disponibile separatamente per la carrozzeria e l’abitacolo.


L’auto si muove docilmente nel traffico soprattutto se si scelgono come optionalil cambio a 6 rapporti  con "Start Engine". 
Lo Start& Stop migliora i consumi e riduce le emissioni mentre sulle sconnessioni l'assetto rigido ,specialmente se abinato ai cerchi da 17 pollici, non è consigliabilissimo.
Il 1.4 TFSI nella configurazione da 122 CV è già impiegato su diversi modelli del Gruppo Volkswagen, ma sotto il cofano dell’Audi si fa apprezzare per la sua brillantezza ai bassi regimi che ti permette di viaggiare in sesta marcia con un filo di gas anche a 50-60 km/h. 
Prestazioni tutt’altro che da citycar (8,9 secondi nello scatto 0-100 km/h e 203 km/h di velocità massima), questa A1 se la cava molto bene nei consumi con 5,3 litri ogni 100 chilometri (nella nostra prova siamo riusciti a fare 6 litri/100 km).

Il 1.2 TFSI 86 CV è la verione base che sposta l'A1 con sufficiente disinvoltura.
Accelera da 0 a 10 in 11,7 secondi e raggiunge una velocità massima di 180 km/h anche se la ripresa e l'accelerazione non sono il punto forte di questa versione ma i consumi sul ciclo misto sono inferiori al 1.4 con 5,1 l/100km.
Infine c’è il 1.6 TDI, la motorizzazione che secondo la previsioni della Casa sarà la più richiesta dal mercato italiano (60% del mix). La configurazione disponibile al lancio è quella da 105 CV (successivamente arriverà un 90 CV) che grazie al generoso valore di coppia di 250 Nm disponibili già a 1.500 giri, assicura un comportamento simile a quello del benzina più potente. Che si guida un diesel si sente dal rumore inevitabilmente meno appagante del TFSI. Il vantaggio sta tutto alla voce consumi: appena 3,9 litri ogni 100 chilometri percorsi nel ciclo combinato e 4,7 in quello urbano.

Il listino prezzi è compreso fra i 16.800 euro della versione Attraction 1.2 TFSI ed i 22.900 euro della 1.4 TFSI. I prezzi reali lievitano però molto facilmente anche attingendo ad un numero minimo di optional. Diciamo che non è il punto di forza di questa "city car".


domenica 30 gennaio 2011

Opel Astra Sports Tourer



Ecco la famigliare della casa di Russelsheim, la nuova Opel Astra Sports Tourer.
Stesso passo della versione berlina (2685 mm) e pari carreggiata sia anteriore e posteriore ma spazi gestiti e sfruttati al meglio per poter ampliare la capacità di carico e fruibilità della vettura.
C’è il FlexFold, che permette ad ognuna delle due sezioni dei sedili posteriori abbattibili 60/40 di poter essere abbassata separatamente premendo un pulsante situato ai lati del compartimento di carico. Il che consente di abbattere i sedili posteriori direttamente dal bagagliaio, senza dovere girare intorno alla vettura né aprire le portiere.Con i sedili totalmente abbattuti, la lunghezza del piano di carico raggiunge i 1.835 mm, 28 in più dell’Astra station wagon precedente.


L’Astra Sports Tourer riprende tutte le recenti innovazioni di Casa Opel, come il telaio meccatronico FlexRide, i fari anteriori autoadattattivi AFL+, i sedili anteriori ergonomici (optional) e l’Opel Eye, il sistema in grado di riconoscere i cartelli stradali e di visualizzarli sul computer di bordo e di avvisare il conducente se si supera inavvertitamente la linea continua della propria corsia. Sarà disponibile anche su questa nuova Sports Tourer l’ormai classico porta biciclette integrato FlexFix.
  
Otto le motorizzazioni disponibili, 4 benzina e 4 diesel, fornite di sistema Start&Stop per ridurre consumi ed emissioni di CO2.
Due i motori benzina ECOTEC aspirati, il 1.4 100 CV e il 1.6 115 CV per poi passare alle rispettive versioni turbo rispettivamente da 140 e 180 CV.
Per quanto riguarda i motori a gasolio ECOTEC sono tutti provvisti di turbocompressore, si parte dal 1.3 CDTI da 95 CV, si passa per i 1.7 CDTI da 110 e 125 CV per arrivare al più potente e top di gamma 2.0 CDTI da 160 CV.


L'equipaggiamento di serie sulla versione base (Elective) è ricco e completo e prevede 6 airbag, radio CD Mp3 con ingresso AUX e 7 altoparlanti, cerchi in lega, ESP e TC plus, climatizzatore e filto antiparticolato, comandi radio al volante e Cruise Control, accensione automatica dei fari, specchietto retrovisore interno elettrofotocromatico.
Il listino della nuova Opel Astra Sports Tourer è competitivo. 
Si parte dai 18.100 euro della 1.4 Elective e si sale fino ai 19.850 € della 1.4 Elective Turbo 180 CV e i 16.100 € della motorizzazione 1.600 cc aspirata. Per quanto riguarda le diesel l'Astra 1.3 CDTI ecoFLEX, caratterizzata da una serie di soluzioni votate al contenimento delle emissioni fra cui l'assetto ribassato e il sistema start/stop, mentre le alternative sono rappresentate dalla nota motorizzazione 1.7 CDTI e dalla top di gamma 2.0 CDTI Cosmo S, versione che si caratterizza insieme alla 1.6 Turbo 180 CV per i cerchi in lega da 17", sedili e volante sportivo e le sospensioni attive FlexRide. La differenza di prezzo fra le versioni Elective e Cosmo è di 2.000 euro, al pari alla differenza fra le motorizzazioni benzina e turbodiesel equivalenti. 

sabato 29 gennaio 2011

Alfa Romeo Giulietta




La nuova Alfa Romeo Giulietta è una berlina compatta a due volumi che ha il compito di sostituire la 147 e proporre una 5 porte in grado di combattere sul mercato europeo.
Caratterizzata da linee sportive ed aggressive con un assetto piuttosto ribassato almeno all'apparenza, gruppi ottici anteriori e posteriori a led e design moderno.
Le motorizzazioni proposte al momento comprendono motori tutti turbocompressi a 6 rapporti.
La gamma parte dal benzina 1.4 TB 120 CV affiancato dal 1.4 TB MultiAir da 170 CV mentre le motorizzazioni a gasolio includono il 1.6 JTDM da 106 CV e il 2.0 JTDM da 170 CV.
Si aggiunge infine il 1750 TBi da 235 CV Quadrifoglio Verde che rappresenta la versione più spinta e sportiva della berlina italiana.


Ad esclusione della versione Quadrifoglio Verde gli altri equipaggiamenti sono provvisti di Start&Stop che riduce notevolmente consumi ed emissioni mentre sulla versione 2.0 JTDM è previsto l'arrivo di un cambio automatico a doppia frizione.
L'architettura del telaio è inedita con sistema sterzante di nuova generazione, nuove sospensioni e struttura rigida e leggera in alluminio ed acciaio.
Di serie su tutta la gamma è disponibile il selettore ALFA DNA che personalizza il comportamento della vettura in base agli stili di guida e al fondo stradale (regolazioni Dynamic, Normal e All Weather) rendendo la Giulietta molto stabile ed agile grazie anche al differenziale Q2 e al controllo di stabilità VDC.


Gli interni ripropongono le linee moderne usate per la carrozzeria, sedili avvolgenti, schermo a scomparasa sul cruscotto, comandi al volante, numerosi vani portaoggetti, bracciolo anteriore a scomparsa rendono l'abitacolo sportivo e confortevole.
Di serie su tutte le Alfa Giulietta ci sono il controllo dinamico di stabilità con Hill Holder, il differenziale elettronico Q2, radio-CD con MP3 e 6 speakers, cerchi in lega, alzacristalli elettrici posteriori e specchietti elettrici riscaldati.


Tra gli optional ci sono però il climatizzatore automatico bi-zona (500 euro) e le vernici metallizzate o micalizzate (altri 500 euro), mentre, per quanto riguarda il comfort, sono a parte l'HI-FI Bose con radio CD-MP3 doppio tuner doppia antenna (500 euro), il navigatore a scomparsa (1.800 euro), i fari bi-xenon adattivi (1.000 euro), tetto apribile (1.500 euro) e interni in pelle (1.400 euro). Battitacco in alluminio (70 euro), terzo poggiatesta posteriore (50 euro), bracciolo sedile posteriore (90 euro), comodità che però si pagano a parte.


In termini di prestazioni già la versione meno potente si comporta in maniera dignitosa con il 1.6 JTDM che eroga 105 CV con un accelerazione da 0-100 in 11,3 s e 185 km/h di velocità di punta.
Si sale di prestazioni con il 1.4 TB 120 CV con una velocità massima di 193 km/h e un'accelerazione da 0 a 100 in 9,4 secondi, mentre la versione 170 CV arriva fino a 218 km/h ed impiega 7,8 secondi per arrivare da 0 a 100.
Il 2.0 JTDM 170 CV impiega 8 secondi per l'accelerazione 0-100 con una velocità massima di 218 km/h proprio come il 170 CV turbobenzina.
Di altro rango le prestazioni della 1750 TBi 235 CV Quadrifoglio Verde con una velocità massima di 242 km/h e uno scatto da 0 a 100 in 6,8 secondi.
I consumi oscillano tra i 4,4 l/100km della 1.6 JTDM ai 5,8 l/100km della Quadrifoglio Verde.
I prezzi di listino partono dai 20.300 € della 1.4 TB 120 CV passando per i 22.300/24.000 € a seconda degli allestimenti della 1.6 JTDM fino ad arrivare ai 29.000 € tondi tondi della 1750 TBi QV. Chiaramente prezzi riferiti al netto degli optional.



venerdì 28 gennaio 2011

Ferrari F150....Tributo all'Italia


VENERDì 28 GENNAIO 2011: Presentata a Maranello questa mattina la F150, la cinquantasettesima monoposto di F1 della casa del Cavallino.
Il nome rappresenta l'omaggio che la Ferrari vuole dare alle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia accompagnato da una livrea che richiama il tricolore soprattutto sull'ala posteriore e sui deviatori di flusso vicino gli specchietti.

Apre la presentazione Stefano Domenicali: «Quello che ci è rimasto in gola ad Abu Dhabi, speriamo di riprendercelo con gli interessi. Abbiamo un obiettivo unico, talmente unico che non lo nomino nemmeno: dobbiamo solo raggiungerlo. Nuovi traguardi sportivi fondamentali per tenere alto il marchio di cui siamo orgogliosi».

Felipe Massa rassicura: «La pressione ce l'abbiamo sempre, noi della Ferrari, sia che sei davanti o se hai un anno difficile come me nel 2010. Sono assolutamente tranquillo».
Al brasiliano fa eco Fernando Alonso: «Siamo più pronti che mai per la sfida, da 1 a 10 motivazione e professionalità 10».
  
Chiude la presentazione il presidente Montezemolo: «Un bel segnale di unità che viene dal mondo dello sport e un bel messaggio che viene dalla nostra terra». Così Luca Cordero di Montezemolo ha definito il tricolore che da quest'anno ricoprirà in maniera più massiccia la F150, «in un momento in cui il nostro paese si distingue per essere sempre un tutti contro tutti». Montezemolo ha anche citato «le centinaia di imprenditori nel mondo che con grande umiltà vanno in giro rappresentando l'Italia: abbiamo questa responsabilità e orgoglio». 
«Quest'anno inizia così: dobbiamo vincere, ce la metteremo tutta per farlo. Dal 1997 abbiamo avuto sempre la forza di restare ai vertici e anche quest'anno siamo la squadra da battere. Spero sia una macchina bruttissima, ma che vinca molte gare. Quando ero un giovane assistente di Enzo Ferrari si diceva sempre 'com'era bella, l'importante è che vinca'».


Come sottolineato durante la presentazione le modifiche alla nuova monoposto saranno sostanziali già dai test in programma la settimana prossima che prevederanno un lavoro di sviluppo non prima di aver macinato chilometri per ottenere un'affidabilità rilevante.


Ferrari 250 GTO, nasce il mito!

 
1962: NASCE LA GRANTURISMO PIU’ FAMOSA DI TUTTI I TEMPI. PRODOTTA DAL 1962 AL 1964 VINCE TRE CAMPIONATI DEL MONDO MARCHE CONSECUTIVAMENTE.

<< La GTO era un oggetto stupefacente. Il suo aspetto straordinario era il prodotto di una precisa funzione, viaggiare veloci, e non di un esercizio stilistico. Era come una donna bella, attraente e intelligente allo stesso tempo>> cosi la definisce Gianni Bulgari, pilota dilettante di buon livello che con la 250 GTO ha vinto una Targa Florio nel 1963.
Evoluzione della 250 GT Competizione, la GTO conquistò appassionati e piloti. Qualcuno pensa che la 250 GTO non sia una semplice Ferrari ma è La Ferrari.
Quando il 24 febbraio 1962 venne presentata alla stampa sembrava quasi vecchia accanto alle sport prototipo a motore centrale, cilindrata e meccanica sembravano apparentemente le stesse della precedente Berlinetta Competizione.
In realtà, la 250 GTO aveva ben poco in comune con le vecchie GT.
Enzo Ferrari preferì interpretare il regolamento e modificare in maniera decisa la Berlinetta esistente invece di produrre le 100 vetture necessarie per l’omologazione di un nuovo modello per le competizioni.
Così, la Berlinetta 250 GT venne omologata per partecipare al Campionato del Mondo Marche, che dal ’62 al ’64 si disputò con auto Granturismo diventando GTO, dove la O significava proprio “Omologata”.
Carrozzeria in alluminio realizzata da Scaglietti e telaio costruito da Vaccari in tubi d’acciaio intrecciati per uso aeronautico a sezione ovale, molto più rigido di quello della precedente GT, rappresentavano due evoluzioni importanti.


Ma la vera novità era rappresentata dalla posizione del motore molto arretrata per migliorare la distribuzione dei pesi, idea di Giotto Bizzarrini.
Bizzarrini credeva molto nello sviluppo aerodinamico, il motore arretrato permise di abbassare la linea del cofano e di inclinare il parabrezza, la coda era tronca (novità a Maranello) e nella versione definitiva venne completata da una piccola appendice aerodinamica rialzata, in pratica uno spoiler in anticipo sui tempi.
Il motore era invece il tradizionale Testa Rossa dotato di 6 carburatori Weber doppio corpo, un V12 60° capace di erogare ben 300 CV.
Per i test del primo prototipo del 1961 venne chiamato a Monza un collaudatore d’eccezione: Stirling Moss, che l’anno successivo sarebbe dovuto diventare pilota ufficiale della Scuderia Ferrari.
I tempi sul giro della GTO erano vicini a quelli delle F1 e Moss ne rimase talmente impressionato che ordinò una vettura per disputare la 24 ore di Le Mans nel giugno successivo insieme all’amico Ireland.
Ma Goodwood decise in maniera differente le sorti della carriera di Moss, colui che secondo molti esperti è stato il migliore pilota di tutti i tempi rimase gravemente ferito in un incidente sul circuito britannico.
Anche per la GTO arrivarono tempi difficili, alla fine del 1961 Chiti, Bizzarrini e altri dirigenti lasciano la Ferrari.
Toccò così al venticinquenne Mauro Forghieri portare a termine lo sviluppo della vettura.
In pista la GTO era velocissima quasi quanto una vettura Sport. Sul rettifilo del circuito della Sarthe poteva raggiungere i 280 km/h.
La 250 GTO nei suoi tre anni di utilizzo colse una serie travolgente di vittorie culminate con la conquista di altrettanti titoli iridati dal ’62 al ’64.
Si dimostrò a suo agio anche su strada grazie al blocco motore/cambio indistruttibili cogliendo successi dalla Targa Florio al Tour de France.
Nel 1964 la GTO venne profondamente modificata e alla fine dell’anno, in vista dei regolamenti del ’65 che prevedevano l’impiego di sole auto Sport, chiuse la sua irripetibile e vincente carriera non prima di aver conquistato il terzo Campionato del Mondo Marche consecutivo.
Il mondiale del 1964 arrivò in maniera piuttosto inaspettata visto che l’evoluzione della GTO non sarebbe mai dovuta avvenire.


I problemi per omologare la 250 LM (Le Mans) costrinsero il Drake a mettere a lavoro i suoi ingegneri per avere in fretta un’alternativa per partecipare sia alla mitica Le Mans sia per disputare il campionato GT dove le Ferrari erano state sempre protagoniste.
Nell’autunno del 1963 sin dalla presentazione della 250 LM era apparso chiaro che sarebbe stato complicato omologare la nuova nata di Maranello per le gare GT. La FIA non ha mai chiarito il motivo ma come al solito il fiuto di ferrari lo avvertì del pericolo di trovarsi sena una vettura GT.
Furono incaricati Mauro Forghieri e il pilota-ingegnere Mike Parkes di aggiornare la 250 GTO in attesa di poter utilizzare le LM.
Le modifiche non potevano essere profonde visto che si dovevano rispettare i dati di omologazione della GTO del ’62 ma la vettura fu piuttosto diversa sia dal punto di vista estetico sia dal comportamento in pista rispetto alla versione originale.
Il motore era sempre il classico 3 litri V12 a 60° da 300 CV alimentato dai sei carburatori Weber a doppio corpo.
All’interno della scatola del cambio erano stati modificati i rapporti in maniera quasi impercettibile. Anche il telaio era quello della GTO ma nelle sospensioni erano cambiate le molle anteriori che favorirono un aumento delle carreggiate con il montaggio di pneumatici allargati.
Più corpose furono le modifiche alla carrozzeria: parabrezza più basso, tettuccio con lunotto incassato, cofano con calandra più ampia della vecchia GTO, parafanghi più generosi per coprire le gomme maggiorate, il tutto ottenuto con l’aiuto di Pininfarina che alleggerì il peso vettura.
Purtroppo il nuovo frontale non era efficace aerodinamicamente quanto il precedente e rese la nuova GTO leggermente meno veloce. Malgrado questo la vettura per alcuni versi fu superiore alla vecchia 250 GTO.
Il confronto con lo squadrone Ford nel Campionato Prototipi distrasse più del dovuto la casa italiana e la GTO del ’64 non fu sviluppata come avrebbe meritato.
Grazie ai suoi validi risultati in tutte le gare la Ferrari si aggiudicò il titolo GT, il terzo di quell’anno, oltre al titolo in F1 e nel Campionato Prototipi.


Scheda tecnica
MOTORE: anteriore longitudinale, 12 cilindri a V 60° 2953 cm3
DISTRIBUZIONE: monoalbero per bancata, 2 valvole per cilindro
ALIMENTAZIONE: 6 carburatori doppio corpo Weber 38 mm
POTENZA: 300 CV a 7500 g/m
TRAZIONE: posteriore
CAMBIO: 5 marce
PESO: 980 kg
CORPO VETTURA: berlinetta 2 porte, 2 posti, telaio a traliccio tubolare in acciaio, carrozzeria in alluminio
SOSPENSIONI: anteriori a ruote indipendenti, posteriori a ponte rigido
FRENI: a disco
CERCHI: Borrani a raggi da 15’’
DIMENSIONI: 4,40/1,68/1,25 passo 2,40 mt
VELOCITA’ MASSIMA: 280 km/h
ESEMPLARI PRODOTTI: 33 tra il 1962 e il 1963

Quotazioni
1988: Venduta all’asta una GTO per circa 2 mln di dollari;
2008: Venduta all’asta una 250 GTO a 15.700.000 sterline inglesi, 20 mln di euro circa;
Le quotazioni maggiori furono raggiunte nei primi anni ’90 toccando i 15 mln di dollari. Attualmente il valore si aggira sui 10 mln di dollari.

1962 – ’63: le vittorie della 250 GTO

GARA
PILOTA
RISULTATO
1962

ASSOLUTO
CLASSE
12 Ore Sebring
Hill/Gendebien
2
1
Targa Florio
Ferraro/Scarlatti
4
1
24 Ore Le Mans
Guichet/Noblet
2
1
1000 km Montlhéry
Rodriguez/Rodriguez
1
1
Tourist Trophy
Ireland
1
1
1963
12 Ore Sebring
Penske/Pabst
4
1
Targa Florio
Bulgari/Giana
4
1
1000 km Spa-Francorchamps
Mairesse
1
1
1000 km Nurburgring
Guichet/Noblet
2
1
Coppa Intereuropea Monza
Parkes
2
1
24 Ore Le Mans
Blaton/Longlais
2
1
12 Ore Reims
Bianchi
3
1
Tourist Trophy
Hill
1
1
Tour de France
Guichet/Behra
1
1



1964: i risultati della nuova 250 GTO

GARA
PILOTA
RISULTATO
1964

ASSOLUTO
CLASSE
12 Ore Sebring
Piper/Rodriguez/Gamino
7
1
Targa Florio
Ferlaino/Taramazzo
5
1
1000 km Nurburgring
Parkes/Guichet
2
-
24 Ore Le Mans
Bianchi/Blaton
5
-

Ireland/Maggs
6
-

Tavano/Grossman
9
-
12 Ore Reims
Parkes/Scarfiotti
3
1

Bianchi/Dumay
9
-
Tourist Trophy
Ireland
6
-
Coppa Intereuropea Monza
Sigala
5
-
Tour de France
Saisbault de Montagu/Roure
9
-