venerdì 29 aprile 2011

Porsche Cayenne


Il Model Year 2012 propone piccoli affinamenti tecnici ed estetici per la Porsche Cayenne, la grande SUV sportiva che ha trovato nella motorizzazione diesel la chiave per incrementare le vendite nel Vecchio Continente. A partire da giugno 2011 la Cayenne Diesel sarà infatti disponibile con 5 CV in più, arrivando a quota 245 CV e riducendo al contempo i consumi combinati a 7,2 l/100 km e le emissioni di CO2 a 189 g/km (-6 g/km). La Porsche Cayenne Diesel 2012 è così in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 7,6 secondi (un guadagno di 2 decimi) e di arrivare a 220 km/h.


Per ottenere questi miglioramenti si è lavorato soprattutto sulla riduzione dei pesi e degli attriti interni del V6 3.0 TD. In particolare è stato utilizzato un nuovo albero motore con numero ridotto di contrappesi, un turbocompressore dal design ottimizzato e un sistema di iniezione diretta da 2.000 bar. Questi interventi hanno permesso di ridurre il peso del propulsore di 20 kg e di contenere il peso complessivo della vettura entro i 2.080 kg. Aggiornamenti di dettaglio anche per la Porsche Cayenne S Hybrid, che ora è in grado di utilizzare la sola trazione elettrica in manovra e a bassa velocità anche nelle partenze a freddo.


Per i cultori della potenza e della velocità ad ogni costo si rende poi disponibile il kit Porsche Exclusive di potenziamento motore per la Cayenne Turbo, che porta il limite a 540 CV e 750 Nm di coppia. In questo modo la Porsche Cayenne Turbo con “power kit” scatta da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi e arriva a 281 km/h, mantenendo invariato il consumo medio a 11,5 l/100 km e le emissioni di CO2 a 270 g/km. Il pacchetto di elaborazione ufficiale prevede il montaggio di nuovi turbocompressori con giranti in titanio-alluminio e una diversa gestione elettronica del propulsore. 


Anche i freni in materiale carboceramico (PCCB) opzionali hanno dischi anteriori di diametro maggiorato (420 mm) e sono accompagnati da una speciale ruota di scorta da 20”. Il catalogo Porsche Exclusive degli accessori per la Cayenne si arricchisce anche per la prima volta delle luci LED posteriori oscurate, gli inserti in legno di mogano per l’abitacolo e una serie di dettagli in alluminio e acciaio inossidabile, sempre per gli interni.
 

Il model year 2012 giova anche alla Porsche Panamera, che vede entrare il “Lane Change Assist” nel listino accessori in vigore dall’autunno 2011. Il sistema, già utilizzato sulla Cayenne, controlla l’angolo cieco dietro la vettura e segnala nello specchietto l’eventuale presenza di veicoli durante i cambi di corsia. Il ricco elenco di opzioni Porsche Exclusive per la Panamera si arricchisce di fari Bi-Xenon rifiniti in nero, di nuovi terminali di scarico e di un sistema di accesso “wireless” a internet (da giugno 2011).

mercoledì 27 aprile 2011

Jaguar Xk, XKR, XKR-S

XKR 
Al Salone di New York debutta la gamma model year 2012 della Jaguar XK Coupé e Convertibile, composta dalle versioni XK, XKR ed XKR-S, quest'ultima la coupé del Giaguaro di Coventry più potente e veloce di sempre. A livello tecnico, è stato affinato il comportamento dinamico della vettura, mentre è rimasta pressoché invariata la scelta fra i propulsori, composta da tre varianti del AJ-V8 da 5.000 cc, in versione aspirata da 385 CV sulla XK e sovralimentata rispettivamente da 510 e 550 CV sulle XKR ed XKR-S.

XKR

In Inghilterra hanno inoltre dato una rinfrescata agli interni, mantenendo il classico equilibrio fra comfort e sportività del marchio, e il design, ritoccato ma senza stravolgimenti per renderlo più in linea con gli ultimi modelli, come la XF e XJ. 

XKR

La griglia ovale, ispirata da quella della "50enne" E-Type, è stata ampliata con l'adozione di un paraurti ridisegnato e sulla XKR la cromatura del reticolato delle griglie viene sostituito da inserti in nero opaco, mentre l’ammiraglia XKR-S adotta ora un paraurti anteriore che sottolinea le sue prestazioni al top. La presa d’aria lungo l’ala anteriore è stata modificata adottando una forma verticale con un inserto reticolato ed è stato enfatizzato con il nome Jaguar. Più filanti i fari anteriori, grazie all'adozione della tecnologia LED che ha permesso di integrare le luci di posizione e gli indicatori di direzione. 

XKR-S

Al posteriore, il cofano del bagagliaio è stato rivisitato con una finitura cromata più sottile. A completamento dei cambiamenti stilistici ci sono 17 varianti di colore, cinque delle quali sono nuove ed una serie di cerchi in lega che ora prevedono 11 differenti design con misure variabili da 18 a 20 pollici. Un’altra opportunità di personalizzazione per i proprietari è il "Black Pack", ora disponibile come optional anche sulle XK aspirate così come per la XKR. 

XKR-S

Questo prevede inserti in nero opaco al posto delle finiture cromate, completato da cerchi in lega da 20 pollici in nero lucido. Sulla XKR, il pacchetto comprende anche appendici aerodinamici in tinta con la carrozzeria e grafiche laterali opzionali.
Tutte le versioni della Jaguar XK model year 2012 utilizzano il cambio automatico ZF a 6 rapporti con comandi al volante, che è stato rinnovato con un nuovo rivestimento in pelle. 

interni XKR-S

Fra le altre modifiche all'abitacolo si notano una serie di nuovi materiali di rivestimento che comprendono una delicata colorazione ebano per gli interruttori, una finitura nero lucido nella consolle centrale e un’illuminazione interna caratterizzata da un alone blu fosforescente, oltre a nuove impiallacciature, nuove combinazioni di colori e nuove opzioni di rivestimento. 

XKR-S

Ma siccome la XK è soprattutto una sportiva, a Coventry i progettisti hanno concepito una sospensione anteriore rivista con una nuova articolazione dello sterzo. Ciò aumenta sensibilmente la rigidezza di campanatura e l’angolo d’incidenza di 0,13 gradi per Kilonewton, in modo da trasformare la precisione e il carico dello sterzo a seconda delle condizioni di guida. La geometria della sospensione posteriore è stata inoltre migliorata con ruote sterzanti, mentre il rendimento delle molle è stato aumentato in entrambe le estremità del 28%. 

interni XKR

martedì 26 aprile 2011

Jaguar XF


La Jaguar XF Model Year 2012 fa il suo esordio al Salone di New York (22 aprile - 1 maggio) proponendo una serie di aggiornamenti tecnici ed estetici di sicuro interesse. Il primo riguarda l’ingresso in gamma del motore diesel quattro cilindri AJ-i4D che esprime 190 CV e 450 Nm garantendo alla rinnovata XF un’economia d’esercizio finora sconosciuta alle vetture del Giaguaro. Oltre all’inedito propulsore a gasolio, la Jaguar XF 2012 propone il cambio automatico ZF a 8 marce, modifiche al design in chiave XJ e i fari allo xenon con luci LED davanti e dietro.


In particolare la nuova XF cambia nello “sguardo”, caratterizzato da fari bi-xeno, luci diurne di tipo LED e nuovi sfoghi d’aria triangolari su passaruota anteriori e cofano motore. La tecnologia LED è utilizzata anche nei gruppi ottici posteriori, che si estendono fino al coperchio del bagagliaio e vengono arricchiti da un grande fregio cromato. Anche il design dei cerchi in lega (da 17 a 20 pollici) è cambiato, mentre il catalogo di colori carrozzeria guadagna tre nuove tinte. La modifica più importante dell’abitacolo riguarda i sedili anteriori e posteriori, profilati per un maggiore supporto e nuovi rivestimenti. Anche la console centrale e il volante hanno una nuova finitura “Aurora”. Il display touch screen centrale da 7 pollici è provvisto ora di tasti veloci di attivazione.


Il nuovo motore a gasolio si chiama AJ-i4D ed è un turbodiesel 2,2 litri che punta a ridurre i livelli di vibrazione, rumorosità e consumi mantenendo le prestazioni del precedente V6 di 2,7 litri. Con i suoi 190 CV e il sistema Intelligent Stop/Start la nuova Jaguar XF 2.2D è in grado di raggiungere i 100 km/h da fermo in poco più di 8 secondi e di toccare i 225 km/h, mantenendo un consumo combinato di 4,5 l/100 km (oltre 800 km d’autonomia) ed emettendo 149 g/km di CO2. La trasmissione automatica a 8 marce, disponibile su tutta la gamma XF diesel, ha lo stesso peso della precedente unità 6 marce e offre una velocità di cambiata di 200 millisecondi. Montato sulla XF 3.0D permette di ridurre i consumi a quota 5,2 l/100 km e le emissioni di anidride carbonica a 169 g/km.


Anche l’offerta dei sistemi audio è stata ampliata e culmina con l’impianto da 1200W e 17 altoparlanti della Bowers & Wilkins. Navigatore satellitare, hard disk multimediale con compatibilità MP3, due ingressi USB e connessione Bluetooth completano il panorama multimediale della nuova Jaguar XF, dotata anche di comandi vocali “Interactive Voice”. Tempi e prezzi della commercializzazione italiana saranno annunciati in un secondo momento.

sabato 23 aprile 2011

Saab 9-3 berlina, wagon e cabrio


Dopo nove anni Saab rinnova la serie "piccola" 9-3 presentando all'81esima edizione del Salone di Ginevra (3-13 marzo) la rinnovata gamma Saab 9-3 Griffin che arriverà in Italia a giugno. Novità peculiari della 9-3 dell'era post-GM è il nuovo stile esterno (anche negli interni) e una gamma motori aggiornata.
La gamma Saab 9-3 Griffin, basata sugli attuali modelli Sport Sedan, SportHatch, Cabriolet e 9-3X, si distingue per numerosi dettagli ispirato allo stile della nuova Saab 9-5. All'esterno, la gamma 9-3 Griffin adotta nuovi gruppi ottici anteriori con effetto "blocco di ghiaccio" come lo definisce Saab introdotto dalla 9-5 Berlina


Ispirati a quelli della concept car Aero X, i fari si presentano con un'originale sfumatura azzurro/verde alla luce del giorno. Anche la calandra adotta una barra centrale più evidente, a forma di ala, che riporta la scritta Saab stilizzata, mentre i paraurti anteriori ridisegnati con una presa d'aria trapezoidale in rilievo definita da barre parallele o, nella versione Aero Griffin, da una griglia. I fari supplementari anteriori sono di serie e il badge Griffin è disposto ai lati dei parafanghi anteriori. 


Posteriormente, la scritta Saab stilizzata sostituisce il grifone sul profilo cromato; tutti gli allestimenti Sport Sedan hanno uno spoiler sul bordo del bagagliaio. I cerchi in lega da 16” sono di serie sulla versione Griffin, da 18" nelle versioni Aero Griffin, ma sono disponibili anche dei nuovi cerchi da 17”, 18” e 19”. Anche all'interno delle 9-3, il pannello strumenti, le finiture e la tappezzeria hanno uno stile nuovo. Due gli allestimenti previsti: Griffin e Aero Griffin, che si distinguono dalle precedenti versioni per gli inserti metallici su strumentazione, tunnel, portiere e cassetto portaoggetti.


Il consumo e le emissioni di CO2 nel ciclo combinato si riducono in media del 4% considerando l'intera gamma. Sotto il cofano, i nuovi 2.0 BioPower, alimentabili a benzina ed E85, da 163 e 320 Nm e 220 CV e 350 Nm (+10 CV rispetto all'attuale gamma) adottano iniezione diretta, fasatura variabile e turbocompressore a doppia chiocciola e sono disponibili con trazione anteriore o integrale XWD. Questi nuovi motori affiancano l'attuale gamma dei turbodiesel 1.9 TTiD da 130, 160 e 180 CV che garantiscono un livello di emissioni di CO2 di rilievo: solo 119 g/km per la 9-3 Sport Sedan, mentre la 9-3 SportHatch riesce ad abbattere i consumi a 4,5 l/100 km nel ciclo combinato. Tutte le motorizzazioni hanno ora trasmissioni manuali o automatiche a sei marce di serie.  


Il restyling della cabriolet scandinava in questa edizione limitata "Independence Edition" è accompagnato da una tinta speciale "Amber Orange". La 9-3 Cabriolet Independence Edition si basa sull'allestimento top Aero e si distingue per cerchi in lega da 18” a cinque razze con finitura cromata satinata/nera, sedili sportivi in pelle e cassetto del cruscotto in pelle beige con dettagli arancione, finiture in pelle e look fibra di carbonio per pannello strumenti, freno a mano, contorno leva cambio e maniglie, messaggio di benvenuto per il guidatore nel pannello strumenti e quadrante esclusivo per la pressione del turbo, volante sportivo in pelle con cuciture in arancione, tappetini con contorno grigio. 
 
 
La Indipendence Edition sarà disponibile nella versione 1.9 turbodiesel TTiD da 180 CV con turbo doppio stadio e cambio a sei marce automatico o manuale a scelta. Ne saranno costruiti 366 esemplari, quanti sono i giorni trascorsi dal 23 febbraio 2010, giorno della firma dell'accordo di cessione, al 23 febbraio 2011, giorno in cui a Trolhattan si è brindato per l'"Independence Day". 
 

I 366 giorni dalla separazione da GM sono stati infatti festeggiati con particolare enfasi nel quartier generale di Trolhattan in un party al quale hanno partecipato gli oltre 4.000 dipendenti Saab, i dealer svedesi, i fornitori e naturalmente il management. La produzione è stata fermata nel pomeriggio e in parte dello stabilimento hot dog, bibite e torte hanno accompagnato un programma composto da esibizioni musicali live, video celebrativi, cerimonie di premiazione di dipendenti e partner più meritevoli e la presentazione della 9-3 Cabrio Independence Edition e dei prossimi prodotti. 
 

venerdì 22 aprile 2011

Volkswagen Beetle


Il revival della Volkswagen Beetle é pronto. Il Maggiolino del 3° Millennio - chiamato ufficialmente The Beetle - é arrivato, portando con sé la reinterpretazione delle linee a tutto tondo che caratterizzavano la versione del 1998 (e il restyling del 2006). Gli estimatori italiani di questa ever green dovranno attendere l'autunno del 2011 (lancio europeo previsto per ottobre-novembre) e potranno contare su una gamma di motorizzazioni più ampia e su un abitacolo “cresciuto”, sia in termini di abitabilità che “seriosità” degli allestimenti, che saranno tre: Beetle, Design e Sport. I tre propulsori a benzina sono il 1.2 TSI 105 CV, il 1.4 TSI 160 CV e il 2.0 TSI 200 CV, mentre i diesel disponibili sono due: 1.6 TDI 105 CV e 2.0 TDI 140 CV. A tutti i motori é possibile abbinare il cambio a doppia frizione DSG e le tinte offerte per la nuova Beetle sono 12.


Le voci che si sono rincorse nei mesi precedenti parlavano di un ritorno al passato, con i designer guidati da Walter de’ Silva intenti a riproporre le forme dell’auto progettata da Ferdinand Porsche e che influirono poi sull’intramontabile silhouette della Porsche 911. Tenendo conto di questo codice genetico, il risultato stilistico della nuova Volkswagen Beetle ha quindi usufruito della “verticalizzazione” del parabrezza, dell’appiattimento del padiglione del tetto e della rastremazione del lunotto. Con la ridefinizione delle dimensioni - lunghezza 4.278 mm (+ 152 mm), larghezza 1.808 mm (+84 mm), altezza 1.478 mm (- 12 mm) e passo 2.537 mm - lo spostamento dell’abitacolo ha certamente modificato la disponibilità di spazio interna (la plancia meno profonda crea vantaggi in questo senso) e la capacità del bagagliaio (di 310 litri anziché 209), ma l’impatto estetico del nuovo modello non si discosta molto dalle forme tondeggianti della precedente Beetle. Ci riserviamo tuttavia di giudicare più approfonditamente le linee di questa icona Volkswagen dopo un contatto “fisico”, ma dalle foto ci sembra che non ci si sia voluti avvicinare troppo alla sportività delle proporzioni della Maggiolino del 1938 e, soprattutto, della Porsche 911.


L’aspetto esterno del Maggiolino fa affidamento su cerchi in lega da 19 pollici e sulla disponibilità di proiettori bi-xeno (entrambi a richiesta), dotati di luci diurne a LED. I motori TSI 160 e 200 CV adottano uno spoiler posteriore, per ridurre la portanza al retrotreno generata dalla tipica forma “a cucchiaio” della carrozzeria: la parte superiore di quest’elemento é verniciata di colore nero, con qualsiasi tinta scelta per gli esterni. L’elemento distintivo dell’abitacolo della nuova Beetle é dato invece dalla plancia, caratterizzata da un cassetto portaoggetti sul lato passeggero con sportello “a filo” con la plancia stessa. Altro segno particolare é la disposizione degli strumenti supplementari (indicatore della temperatura dell’olio, cronometro e indicatore della pressione di sovralimentazione) disponibili a richiesta e posti sopra il sistema di infotainment. Segno dell’innovazione é la presenza del navigatore, assente sul precedente modello e ora ereditato dagli impianti montati su Golf, Jetta e Passat.


I consumi dichiarati per l’ultimo Maggiolino sono compresi tra i 4,3 l/100 km della 1.6 TDI 105 CV BlueMotion Technology ai 7,4 l/100 km del 2.0 TSI da 200 CV. Quest’ultima unità adotta la funzione elettronica che funge da differenziale autoblocante, disponibile anche sul 1.4 TSI 160 CV. Tutte le versioni sono dotate di serie del controllo elettronico della stabilità ESP e montano sei airbag per la sicurezza passiva dei passeggeri. Se la Beetle del 1998 ebbe successo soprattutto negli USA, dove ne fu concepito il design, l’obiettivo del nuovo modello é convincere su tutti i mercati: oltre all’Europa - dov’é attesa, per l’appunto, in autunno - l’icona Volkswagen sbarcherà in Nord America a settembre-ottobre 2011 e in Asia nel 2012, a febbraio.

mercoledì 20 aprile 2011

Subaru Impreza WRX STi-S


Se è pur vero che le questioni estetiche sono del tutto soggettive, la versione 2008 della Subaru Impreza WRX a due volumi non ha convinto più di tanto, visivamente parlando.
Questo nonostante le gratificanti “aggiunte” di taglio sportivo, quali i passaruota sensibilmente allargati o la vorace presa d’aria sul cofano che alimenta l’intercooler. A grande richiesta, come si suol dire, è stata così recentemente messa a listino la versione STi-S a 4 porte, che ha subito incontrato il favore degli appassionati di queste berline di impostazione rallistica o quasi.
Che non sia una questione di abitudine o di tradizione fine a se stessa, appare evidente a prima vista: nonostante quella dell’aggiunta del bagagliaio — e del relativo vistoso alettone — sia in pratica l’unica differenza nella carrozzeria, a parte qualche ritocco nel frontale e poco più, è indubbio che la linea di questa versione appare nettamente più equilibrata e appagante. Nella vista laterale, l’alto profilo del baule conferisce un design più a freccia all’intera vettura, che quindi risulta meno tozza e più filante. Migliorando anche dal punto di vista del Cx, fra l’altro, tale da far guadagnare teoricamente 5 km/h in velocità, che permettono di definire questa versione — che peraltro viene battezzata unicamente WRX STi e non Impreza, anche se di fatto lo è — “la più veloce di sempre“.


Nel complesso, rispetto alla due volumi, si sono guadagnati 165 mm in lunghezza. Spariti gli antiestetici spazi fra parafanghi e ruote, le modifiche esterne meno vistose sono quelle che riguardano il design del frontale, rivisto negli angoli dei paraurti e nel profilo dello spoiler inferiore in modo tale da apparire più largo e basso, nonché dotato di griglia un po’ più ampia e di calandra nera, al pari dell’interno dei fari.
Ovviamente diversi i gruppi ottici posteriori, ma in questa zona si apprezza in particolare la nuova forma del “diffusore” che va a contornare le quattro uscite di scarico riviste, adesso in acciaio inox lucidato, e presenta ora il retronebbia in posizione centrale. Impossibile non spendere qualche parola sul caratteristico alettone posteriore: vistoso né più né meno di quelli che ben si ricordano sulle precedenti Subaru WRX a tre volumi, presenta un profilo tridimensionale dell’ala (che risulta cioè più “piatta” centralmente) tale da non penalizzare troppo in velocità pur riuscendo a dare il suo contributo alla stabilità già a 80 km/h. 


Dunque non si perde alcunché nelle doti dinamiche tipiche di questa 4x4 dall’indole molto sportiva. Ricordiamo infatti di avere a che fare sempre con i 300 cavalli erogati dal consueto boxer di due litri e mezzo di cubatura, una classica configurazione Subaru. La trasmissione integrale permanente, con tre differenziali, e i vari controlli elettronici presentano diverse possibilità di settaggio, in modo da adattare la guida alle necessità della strada o alle preferenze. Numerose possibilità che incidono anche sulle impostazioni del motore e sulla guidabilità: le esamineremo in dettaglio più avanti.
Basti sapere che per fortuna non dovremo tenere a memoria tutte queste impostazioni: ogni scelta è visualizzata sulla strumentazione. Fra le varie differenze che caratterizzano la 4 porte rispetto alla “hatchback” a 5 porte, non figura il prezzo: costa uguale, 42.880 euro. Non certo “entry level”, ma comprende tutte le dotazioni possibili, escluse solo le finiture in pelle, unico optional (qui assente). Di serie anche la vernice metallizzata, compresa una nuova tinta Plasma Blue Silica che contiene particelle di silice per renderla più brillante.


La strumentazione della WRX STI è gradevole e ben leggibile. Al centro c’è il grande contagiri che dispone anche di luce che consiglia il passaggio alla marcia superiore, oltre alle varie spie comprese quelle che indicano i vari settaggi dei controlli elettronici. Anche in questo caso manca però il manometro del turbo, mentre altre indicazioni sono nella palpebra sopra all’autoradio.Sul volante troviamo i comandi per cruise control, vivavoce bluetooth e radio: questa è un po’ squadrata, del tipo doppio din, e alimenta 10 speaker. Fra gli altri numerosi pulsanti, quello per l’avviamento è a sinistra del piantone dello sterzo, regolabile in altezza e profondità. Sul tunnel troviamo quelli per le regolazioni elettroniche.Molto sportivi ma anche confortevoli i sedili, rivestiti anteriormente in Alcantara e caratterizzati da impunture rosse, oltre che dal logo STi. Posteriormente, il quinto passeggero è un po’ sacrificato con le gambe. Il baule può veder aumentata la sua capacità di 420 litri ribaltando lo schienale, ma la forma non è molto favorevole.


Trattandosi di una Subaru, ovviamente anche su questa WRX STi possiamo aspettarci di trovare un propulsore di tipo boxer e le quattro ruote motrici permanenti. Il motore a quattro cilindri contrapposti è anche in questo caso di 2,5 litri di cubatura, sovralimentato, e dispone della fasatura variabile anche sulle valvole di scarico. La turbina è di tipo twin-scroll ed è accoppiata all’intercooler posto sotto al cofano: la grande presa d’aria al centro non è posticcia, ma alimenta effettivamente lo scambiatore. Nell’ultima configurazione, il boxer della STi offre 300 cavalli di potenza e 41,5 kgm di coppia.
La trasmissione integrale, con cambio a sei rapporti, dispone di tre differenziali: quello anteriore è di tipo elicoidale, quello posteriore di tipo Torsen (dunque entrambi autobloccanti, il secondo in modo più deciso) e infine quello centrale meccanico a lamelle con gestione elettronica del bloccaggio, tramite il sistema DCCD. Questo è solo uno dei vari controlli elettronici che riguardano trasmissione e stabilità e che presentano diverse possibilità di settaggio, in modo da adattare la guida alle necessità della strada o alle nostre preferenze. A sinistra del piantone c’è il pulsante per il controllo di trazione e stabilità (VDC): normalmente è inserito, ma se viene premuto brevemente la soglia di intervento viene ritardata. 


Se ci si sente ancor più “confidenti” ed esperti, o meglio ancora in pista, premendolo per più di 3 secondi questi controlli vengono del tutto esclusi. Sul tunnel troviamo invece il pomello del Subaru Intelligent Drive, che offre tre possibilità: in quella Sport c’è tutta la potenza a disposizione, e selezionando Sharp Sport viene erogata in modo ancor più reattivo. Premendo il pomello si passa invece in modalità Intelligent, che modifica i parametri del motore rendendolo più morbido e meno scorbutico, ma anche più lento, influendo però positivamente sui consumi e sulla faclità di guida soprattutto in condizioni difficili del fondo stradale. Infine, abbiamo la levetta del Driver’s Control Center Differential: questa permette di stabilire la percentuale di bloccaggio del differenziale centrale, in modo manuale o automatico, ma non solo. 


La modalità automatica offre altre due possibilità: "+" o "-" con le quali rispettivamente si invia maggiore o minore coppia motrice all’avantreno, influenzando pure l’assetto che risulta così più o meno sottosterzante. Parlando di assetto, ricordiamo che le sospensioni sono di tipo McPherson anteriormente e multilink posteriormente: le prime dispongono di un nuovo braccio inferiore in alluminio. Unitamente alle nuove boccole su tutte le sospensioni, permette un miglior controllo delle geometrie di funzionamento a favore della precisione di guida e della reattività. La taratura di molle e ammortizzatori è ovviamente specifica, e le barre antirollio sono più grandi di 1 mm sia davanti che dietro. Infine va segnalata l’adozione dell’impianto frenante Brembo con dischi tutti autoventilanti.


Nonostante la scheda tecnica non riferisca di variazioni di peso rispetto alla consorella a 5 porte, in realtà portando al limite la Impreza STi a 4 porte si avverte un maggior appoggio a terra del retrotreno. Nulla di particolarmente esagerato, che può dipendere vuoi dalla maggior sporgenza posteriore, vuoi dall’effetto aerodinamico di un’ala talmente grande da non poter fare solo presenza estetica, ma che porta il comportamento base della vettura ad essere tendenzialmente un po’ più sottosterzante.
In realtà questo non appare come un vero problema: intanto questo maggior appoggio si esprime anche in un’invidiabile stabilità alle velocità più elevate, sebbene lo sterzo sia un po’ leggero. E poi l’effetto viene limitato semplicemente guidando in modo più accorto e “giocando” un po’ con l’acceleratore e con le possibilità offerte dalle regolazioni dei controlli elettronici.
La sensibilità della STi ai trasferimenti di carico può essere usata a proprio favore in ingresso di curva: quando si rilascia con decisione il gas, infatti, l’avantreno va quasi a puntare sull’asfalto, in modo talvolta anche un po’ sgarbato, e questo effetto può essere usato proficuamente per indirizzare bene il muso in curva nelle fasi iniziali della sterzata. A questo punto occorre solo fare attenzione a non farsi prendere dall’euforia dell’ottima tenuta laterale e del feeling con la STi, che può portare a pestare sul gas con troppa fretta: questo innescherebbe un
sottosterzo fastidioso e prolungato.


Ma se si riesce ad avere la pazienza di aspettare almeno dopo l’apice della curva, allora si può riaccelerare a fondo sfruttando la trazione delle quattro ruote motrici e magari anche il bilanciamento che avremo selezionato con i vari pulsanti. Più che bloccare il differenziale centrale, opzione peraltro utile con brutte condizioni del fondo stradale, in caso di asfalto asciutto suggeriamo di impostare l’intervento ritardato della stabilità assistita, in modo da sfruttare la buona sensibilità che questa vettura ci offre, prima di imbavagliarla con gli artifici elettronici giusto quando serve.
E poi, insomma, ma prendere una “bestia” del genere per tenerla sempre “a cuccia”, non ci pare il massimo. La parte bestiale della WRX STi si avverte anche nell’erogazione del motore, talvolta un po’ ruvida, e comunque con una netta preferenza verso la zona del contagiri al di sopra dei 3000, anche se non sempre conviene insistere fino al limitatore prima di salire di rapporto. A regimi troppo bassi la grossa turbina perde infatti di reattività e rende meno piacevole la guida. In effetti, rispetto alle Impreza a tre volumi di una generazione e mezza fa, si è persa una certa fluidità di marcia che faceva piacere nella guida “di tutti i giorni”, ottenendo però in cambo quell’aggressività che invece stimola quando ci si vuole divertire.


L’accelerazione è uno dei punti di forza della STi, specie con le marce basse se non partendo da fermo. In effetti nei rilievi strumentali è stato possibile migliorare il dato dichiarato di riferimento, passando da 0 a 100 km/h in soli 5”15 e ribadendo così il tempo (identico) già fatto segnare a suo tempo con la versione a 5 porte. Allo stesso modo, però, la velocità massima è lontana dal dato ufficiale: 245,9 orari anziché 255 dichiarati, comunque allineati con i 244,7 ottenuti dalla 5p. Se il puro piacere di guida farebbe agire senza pietà sul pedale destro, appena facciamo i conti con il benzinaio ci viene però l’istinto esattamente opposto: senza arrivare ai raccapriccianti 2,8 km/litro “full throttle”, anche i quasi 8,5 km/l a media autostradale fanno pensare al portafoglio più spesso del dovuto.


La non esagerata capienza del serbatoio, 60 litri, fa sì che nel caso di un viaggio un po’ lungo ci si ritrovi a fare i conti con “stint” di guida stile 24 Ore di Le Mans, cercando di calcolare se rallentare ci può evitare una fermata al distributore. Comunque non ci possiamo lamentare sul fronte della sicurezza, e non solo quella relativa al comportamento stradale in genere e alla tenuta di strada, ma anche dal punto di vista della frenata. Anche se si gradirebbe un po’ più di mordente al momento di toccare il pedale centrale, e per quanto nell’impiego più gravoso si senta un piccolo cedimento negli ultimi metri prima dell’arresto completo, l’impianto Brembo dimostra una potenza eccellente, che unitamente al buon appoggio a terra nelle frenate più decise permette di ottenere, ad esempio, uno spazio di arresto di 34 metri netti dai 100 km/h.

martedì 19 aprile 2011

BMW X3


Dopo anni e anni passati a giocare al solitario, quale unica rappresentante di una tipologia di Suv a metà strada fra quelli piccoli e quelli grossi, per la BMW X3 è giunto il momento della verità. La seconda generazione dello sport utility di Monaco arriva nel periodo di piena maturità commerciale di quelle rivali che ne hanno ripreso la ricetta: Audi Q5, Mercedes GLK, Volvo XC60.
I Suv premium di taglia medium tutti arrivati, manco si fossero messi d’accordo, nell’autunno del 2008. La nuova X3 si presenta quindi con oltre due anni di freschezza in più, che sono parecchi in ambito automobilistico, e per valutare cosa può offrire più delle concorrenti l’abbiamo messa alla prova. Rispetto alla precedente generazione fa segnare un netto passo in avanti in termini di spaziosità e qualità costruttiva. Lo spazio dedicato ai passeggeri posteriori è il più elevato del lotto e pure il baule risulta essere il più ampio, condito tra l’altro da una buona versatilità data dal frazionamento al 40/20/40 dei sedili posteriori.


Il conto è salato per la BMW X3 xDrive 20d: 46.900 euro, ai quali vanno aggiunti 2.300 di cambio Steptronic a 8 rapporti, ma con l’attenuante dell’allestimento top Futura, che annovera già ruote da 18”, fari allo xeno, navigatore e sensori di parcheggio. Nel caso di tutte e tre, le lunghe e invitanti liste optional consentono di personalizzare a piacimento, con il prevedibile risultato che il prezzo finale sarà, al solito, più elevato del 15-20% in più rispetto al listino iniziale.
La plancia è nuova e dispone di un display dell’impianto multimediale di enormi dimensioni (8,8 pollici, contro i 7,5” di GLK e i 7” di Q5) per una perfetta leggibilità, oltre a una completa compatibilità con gli smartphone più recenti (in particolare iPhone e Blackberry) per condividere con l’auto i contenuti digitali; non manca la connessione internet, sia per navigare nei servizi BMW On Line, sia con il proprio tablet o laptop se si opta per la connessione Wlan; sempre a richiesta sono disponibili alcune primizie per il segmento come l’head up display oppure la telecamera posteriore con vista dall’alto della vettura, molto utile per le manovre millimetriche. 


Sotto lo schermo spicca un ampio tunnel centrale, che nel caso di un rivestimento chiaro come l’alluminio risulta però un po’ appariscente. E su di esso si trovano tutti i comandi per gestire la dinamica della X3: dalla leva del cambio a joystick introdotta sulla X5 (ma che continua a finire in folle con troppa facilità se ci appoggi sopra la mano...), alla novità del Dynamic Damper Control, le sospensioni attive (1.100 euro) che possono essere regolate in tre posizioni con gli appositi tasti di fianco al cambio. Completano il corredo il tasto per disattivare il DSC (in due stadi fino alla totale esclusione), il freno di stazionamento elettromeccanico (anche su Audi, Mercedes ha ancora quello a pedale) e il pulsante dell’assistente alle discese, peraltro settabile a piacimento fino a 25 km/h come fosse un regolatore di velocità. Di fianco al tasto d’accensione motore c’è invece quello per disattivare o riattivare il sistema Start/Stop, che sulla X3 viene offerto di serie (assente su Audi e Mercedes) sia con il cambio meccanico, sia con lo Steptronic. Apprezzabile la logica di funzionamento, molto rapida nelle riaccensioni motore; e il suo mancato funzionamento (che dipende dallo stato di carica batteria e alla richiesta dei sevizi ausiliari, come il climatizzatore) lo abbiamo riscontrato soltanto durante giornate estremamente fredde.


Netto salto di qualità, rispetto alla precedente X3, in termini di materiali e bontà costruttiva dell’abitacolo. Bene gli strumenti, grazie a una eccellente visibilità garantita sia dal quadro misto analogico-digitale e dall’enorme schermo del satellitare da 8,8”. Notevole spazio per gli oggetti, sia nel tunnel sia nelle ampie tasche sui pannelli porta. Il posto guida della X3 soddisfa per la maggiore escursione del piantone sterzo in senso longitudinale che consente di trovare una sistemazione corretta e confortevole. Bene anche la conformazione dei sedili stessi, buon compromesso fra confort e contenimento; la regolazione elettrica, al pari del rivestimento in pelle, è a pagamento. La zona posteriore è uno degli aspetti che sono migliorati di più rispetto a prima. Cresce lo spazio utile per le gambe. Apprezzabile la presenza delle bocchette posteriori. Anche il baule è in crescita rispetto a prima. Ora i litri a disposizione sono 550 che diventano 1600 reclinando i sedili, che sono frazionabili al 40/20/40. I rivestimenti e l’attrezzatura del vano sono di ottimo livello (4 occhielli di fissaggio, 1 gancio porta borse, presa 12V), sebbene si possa obiettare sulla battuta del piano di carico in plastica anziché in acciaio inox per una maggior resistenza agli urti. Per quel che riguarda il ribaltamento sedili, basta agire sulle leve di sblocco poste sugli schienali dei sedili posteriori; il piano di carico diventa piatto.


La xDrive BMW è sorvegliata dall’elettronica e dai sensori del controllo di stabilità DSC. Partendo da una ripartizione base del 40-60%, può arrivare a trasferire il 100% della coppia verso l’asse con maggiore aderenza.
BMW resta fedele al convertitore di coppia con 8 rapporti.
Il motore a iniezione diretta common rail di ultima generazione e con turbina a geometria variabile, spicca per potenza specifica: 184 cv per 1995 cm3 pari a 92,2 cv/litro e con un ottimo valore di coppia, 38,8 kgm fra 1750 e 2750 giri.
Il 2 litri da 184 cavalli di casa BMW sfoggia il carattere sportivo. Il “20d” garantisce allungo (5000 giri senza problemi) e di conseguenza anche le performance notevoli in termini di accelerazione. E' però un po’ ruvido e anche più avvertibile all’orecchio, sia al minimo che in accelerazione.


Con il cambio non si avverte quasi mai la necessità di passare in Sport o in manuale (solo con la leva, i paddle stranamente sono ottenibili a richiesta soltanto su 35i e non 20d...) grazie al mix fra buona disponibilità di coppia (38,8 kgm) e soprattutto al nuovo Steptronic, che con 8 marce offre uno spettro d’utilizzo talmente ampio che l’ago del contagiri è sempre al punto giusto. È apprezzabile, trattandosi di un classico convertitore di coppia, la sensazione di sportività e rapidità di risposta all’acceleratore, data proprio da un convertitore che lavora poco riducendo al minimo gli slittamenti.


BMW ai raffinati schemi sospensivi (retrotreno con assale in alluminio a cinque bracci), affianca alcuni optional tecnici come lo sterzo sportivo ad assistenza variabile, gli ammortizzatori a regolazione elettronica e il Performance Control; quest’ultimo è un sistema software che frena la ruota posteriore interna alla curva per favorire l’ingresso in curva. Dotata di tutte queste soluzioni, la X3 vanta una notevole versatilità d’impiego. È decisamente più comoda di prima, ma continua a offrire un comportamento dinamico. Che è appagante entro certe andature (anche grazie allo sterzo elettromeccanico, il migliore del lotto), ma all’approssimarsi del limite emerge un po’ più di sottosterzo e un po’ meno agilità nei cambi rispetto alla precedente generazione. Il comportamento globale, tenuto conto del rapporto fra confort e dinamismo, è comunque superiore a prima.
Per quel che riguarda i consumi, abbastanza bene: media di 10,9 km/ litro in autostrada.